Nell’era del Web in cui la condivisione è diventata un’azione quotidiana su più settori, quale può essere la giusta comunicazione giornalistica nel settore medico scientifico in grado di rispondere alle esigenze dei suoi fruitori?
Tra i professionisti dell’informazione, il tema della corretta comunicazione giornalistica sulle biotecnologie e l’innovazione scientifica è diventato ormai un argomento caldo.
In questo momento storico in cui l’avvento di nuovi media digitali è diventato sempre più interattivo e pervasivo, è necessario imporre a tutti coloro che fanno comunicazione nell’ambito della salute, e agli attori del settore healthcare, di riflettere sul proprio modo di operare.
Con Internet ed i Social Media vi è una rapida disintermediazione del discorso sulla salute.
Infatti i medici e le autorità sanitarie non hanno più un ruolo dominante nella costruzione e divulgazione dell’informazione sanitaria. Questo è quanto confermato anche da Federico Capeci, autore del libro “#Generazione 2.0”, esperto di comunicazione digitale e ricerche di mercato, docente continuativo a La Business School del Sole 24 Ore e all’Università Cattolica di Milano. Federico Capeci afferma che “da una ricerca è emerso che il 93% degli utenti web ha cercato informazioni online su farmaci e malattie, rivolgendosi al web prima (44%) o dopo (40%) la visita dal medico, o durante il periodo di terapia (30%). Anche il medico, tra perplessità e apertura, si confronta con il web. Il 74% dei medici, infatti, lo ritiene uno strumento necessario per la propria professione stimolando così un ripensamento della tradizionale relazione con il paziente. Anche nel mondo dei media emergono nuovi opinion leader e nuove dinamiche di influenza: basti pensare alla figura dei blogger che acquisisce rilevanza rispetto ai media tradizionali, o a consumatori e persone comuni che, attraverso il racconto della proprio esperienza, influiscono fortemente sulla reputazione delle aziende stesse.”
Ti stai chiedendo quale sia il linguaggio più appropriato sul web per la comunicazione medico scientifico?
Innanzitutto, per utilizzare la comunicazione sanitaria nel web in maniera opportuna “è utile pensare al web come un crocevia narrativo in cui coesistono e si incrociano discorsi che hanno una capacità di influenza diversa. Non è sufficiente che nel web, nei siti medici, ci sia l’informazione corretta, bisogna facilitarne l’accesso, bisogna che essa abbia il linguaggio di ciò che il cittadino e il paziente possano ‘ascoltare’”. Questo è ciò che ha sottolineato la Dott.ssa Cenci , Senior Consultant Eikon Strategic e curatrice del Blog Digital Health, Nòva Il Sole24Ore.
In aggiunta, anche la modalità dei discorsi che ruotano attorno al tema della salute – ha proseguito Cristina Cenci – è sempre più importante. Cristina parla di “social fact checking“, ossia “l’ascolto di quei fatti che sono ritenuti socialmente veri in quanto creano empatia ed identificazione. Una prima misura del social fact checking delle informazioni ci viene offerta dalle ‘condivisioni’ nei social network. In questo caso, oltre al potenziale di influenza associato alla visibilità di un sito, emerge l’importanza del linguaggio e delle metafore nella comunicazione della malattia e della cura. In generale gli articoli con record di condivisioni affrontano temi scientifici attraverso una metafora che avvicina e coinvolge; al contrario, un linguaggio tecnico e autoreferenziale risulta da subito poco chiaro e non facilita l’accesso all’informazione”.
Si può concludere dicendo che sarebbe sbagliato pensare ad Internet come ad un luogo della disinformazione. Il Web, infatti, non deve essere interpretato come un’interferenza rispetto al processo di informazione, ma come un barometro unico per cogliere i fatti sociali, le informazioni e le modalità narrative in grado di suscitare identificazione e riconoscimento.
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